Un noto studioso ed architetto torinese, Roberto Gabetti (1925-2000) ha forse fornito una delle definizioni più note di che cosa si intenda per Eclettismo architettonico, infatti, proprio a Torino, sono molte le opere che si possono inserire in questa corrente. Forse perché, l’Eclettismo, in linea con la definizione data da Gabetti è il risultato di quei cambiamenti sociali, economici e culturali che caratterizzano la seconda parte dell’Ottocento e che si possono ritrovare anche a Torino. Dai cambiamenti nella produzione edilizia all’emersione di una nuova committenza- quella borghese-, dalla creazione di centri di formazione in ambito ingegneristico e architettonico alla vera e propria domanda di maggiori infrastrutture e servizi da parte di città che si stanno trasformando in poli industriali.
A tutto questo si aggiungono l’aumento di scambi culturali e commerciali con paesi stranieri, esposizioni internazionali e naturalmente la diffusione di sempre una maggiore quantità di pubblicazioni dedicate all’architettura.
Possiamo dire quindi che l’eclettismo, che si afferma tra il XIX e XX secolo è uno stile che combina stilemi presi da diversi movimenti architettonici, storici e anche esotici per creare qualcosa di nuovo e originale.
È un movimento che si riscontra anche in vari paesi europei come Francia, Inghilterra e Germania, ma che venne particolarmente sposato in America, dove tra fine ‘800 e primi del ‘900 si dà l’avvio alla costruzione di imponenti grattacieli e grandi spazi pubblici, reso possibile dalle nuove tecnologie e materiali disponibili. Quindi, l’Eclettismo si traduce sia in termini di architettura che di interior in elementi strutturali, arredi, decori e ornamenti.
Questo nuova fase dà anche l’avvio alla democratizzazione del movimento che non sarà più solo ad appannaggio dei membri dell’alta società.
Intorno agli anni 30 del ‘900 l’eclettismo verrà sostituito da un nuovo movimento architettonico, il Modernismo, che nuovamente sottolinea i cambiamenti sociali in atto, soprattutto l’avvento di nuove tecnologie e materiali che consentono lo sviluppo di ulteriori innovazioni.
Ancora oggi, in ambito architettonico, quando traiamo ispirazione da stili culturali e storici diversi si tende a definire l’ opera “eclettica” , anche se con una connotazione decisamente più vaga rispetto alla definizione originale.
Scendendo più nel dettaglio per quanto riguarda l’interior design, si pensa ad interni che presentano elementi di epoche diverse in grado di creare però combinazioni coerenti e sorprendenti. Questi interni, sono per persone dalla forte personalità con un raffinato gusto estetico e un grande senso dell’equilibrio estetico. È un vero e proprio modo di vivere la casa arricchendola di oggetti che raccontano la propria storia, creando un ambiente dal forte appeal.
In ambito tessile si prediligono mix and match di stili, pattern, texture che diventano i veri protagonisti del nostro interno. Combinare pattern diversi, grandi con piccoli, geometrici con floreali, texture differenti per dare percezioni tattili diverse, giocare sulla profondità di colore abbinando velluti con tessuti jacquard, tutto concorre a creare un’armonia che è un sottilissimo gioco di equilibrio. Infine ci piace perché è anche green, infatti uno dei cardini di questo stile è quello di rivisitare oggetti già presenti o di recupero dando una nuova vita più attuale, forse, ma nel pieno rispetto della sua origine.
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