NaN€

NaN€

Cos’è la Seta? Storia, notizie, curiosità

Cos'è la seta: storia, notizie e curiosità sulla seta.

i velluti di seta1

Seta: cenni storici

La seta venne lavorata originariamente in Cina, probabilmente già nel 6000 a.c., anche se esistono studi autorevoli che la fanno risalire al 3000 a.c. La leggenda narra che la nascita della sericoltura si deve all’imperatrice Xi Ling Shi che ne scoprì le qualità del bozzolo. L’imperatrice stava passeggiando quando notò un bruco, sfiorandolo con le dita spuntò un filo di seta che avvolse in un dito formando un piccolo bozzolo. La seta venne poi gradualmente usata e lavorata in tutta la Cina. Grazie ai mercanti, cinesi e non solo, le qualità della seta vennero ben presto apprezzate nei paesi confinanti ed in tutta l’Europa.

I successivi imperatori si impegnarono per far si che la conoscenza della sericoltura rimanesse segreta, ma nel 300 a.c. circa, i metodi di lavorazione della seta, iniziarono a diffondersi dai paesi limitrofi fino a giungere in Europa nel 550 d.c.. La leggenda narra che dei monaci agli ordini dell’imperatore Giustiniano portarono per primi dall’oriente delle uova di baco da seta nascoste nel cavo di alcune canne.

In Europa la seta trova nell’Italia, con il passare del tempo, la principale produttrice dell’occidente, in primis nelle zone del comasco, del forlivese e a Caserta.
Ai nostri giorni il paese con la maggiore produzione dei bozzoli è la Cina, seguita dal Giappone, India, Corea. La produzione in Italia è praticamente cessata, ma la qualità della lavorazione dei suoi prodotti la colloca in prima linea nella concorrenza mondiale.

Seta: il baco

La seta deriva dal baco, o Bombix Mori, che nasce da uova del diametro di due millimetri circa per poi raggiungere dimensioni di 8 cm di lunghezza e 1 cm di diametro. Si nutre di foglie di gelso ed è voracissimo. Nella sua rapida crescita muta la pelle per ben quattro volte. Raggiunta la sua maturazione smette di alimentarsi e fila il suo bozzolo producendo una fibra lunga 900 metri circa. Il baco, muovendosi con grande abilità, emette da ghiandole situate ai lati della bocca due fili di bava filamentosa che lo avvolgeranno completamente, e gli permetteranno la trasformazione in crisalide prima e in farfalla poi.

Seta: la fibra

La seta si trova nel bozzolo formato dal baco, ed è costituito da un filamento di bava lungo 900 metri circa, ed è composto per la maggior parte, l’80%, da una sostanza chiamata fibroina (sostanza proteica) e da un’altra minore, il 20%, chiamata sericina (sostanza gommosa). Il bozzolo viene lavorato quando il bruco si è trasformato in crisalide e non più tardi, altrimenti nell’ultima mutazione, cioè in farfalla, il filamento verrebbe rovinato, mangiato, da quest’ultima. Quindi avviene la fase della stufatura, dove si uccide l’animale all’interno sottoponendolo ad alte temperature. Dopodiché il bozzolo subisce una serie di lavorazioni, atte a separare la parte gommosa che funziona da collante (sericina), dalla parte che poi verrà utilizzata per ottenere la fibra di seta fibroina. I vari processi, iniziano con una prima fase di rammollimento del bozzolo che ne permette un primo scioglimento trasformandolo in un filamento lungo chiamato bava, poi in altri chiamati di sgommatura.

Tipi di fibra di seta

La fibra di seta, a seconda dei procedimenti di lavorazione che ha subito, si presenta via via sempre più pregiata perché ad ogni processo una parte di essa, “cascame”, viene persa, anche se poi riutilizzata in un secondo momento per formare altre tipologie di filato, aumentando così sempre più la sua qualità.

Elencando i tipi di fibra di seta ottenuti ad ogni grado di lavorazione, abbiamo:

la fibra di seta denominata tratta o greggia, che ha subito solamente un primo rammollimento e contiene tutta la parte gommosa, quindi poco pregiata;
la fibra di seta cruda ottenuta dopo un lieve lavaggio in cui la sericina viene tolta in minima parte, ancora poco pregiata;
la fibra di seta mezza cotta o raddolcita, sottoposta ad un buon lavaggio attraverso cui gran parte della gomma viene eliminata facendo risultare un buon prodotto;
la fibra di seta senza parte gommosa ottenuta grazie ad un procedimento di lavaggio molto spinto, la più pregiata.

Di quest’ultima ne abbiamo di due tipi: una chiamata fibra cotta o sgommata, in cui la fibra ha perso parte del peso che era costituito dalla sericina e rimane di mano morbida; l’altra denominata caricata, perché la parte di sericina mancante viene sostituita da sali minerali, e rimane di mano più sostenuta. Le fibre di seta poi proseguono il loro percorso di trasformazione raggruppate a seconda del loro grado di lavorazione, ed il prossimo processo sarà la scopinatura eseguita tramite macchinari a spazzole per unire i capi delle bave.

La fibra di seta, oltre a queste distinzioni, ha ulteriori classificazioni che dipendono dalle proprietà legate al paese di origine: il colore, una proprietà che identifica la qualità della seta, che va dal bianco, al giallo e al verdognolo, più il colore della fibra è uniforme, senza macchie, più è pregiata; altro elemento fondamentale è la lucentezza, che generalmente ne contraddistingue il grado di lavorazione subito dalla fibra di seta, infatti maggiori processi di sgommatura ( cioè eliminazione della sericina) ha subito, più lucente e migliore sarà.

Seta: proprietà

Le proprietà della seta più importanti sono la lunghezza e la finezza, con una lunghezza media di 800 metri, ed un diametro, che varia in una sezione di fibra, mediamente di 14 – 16 micron. Altro metodo di valutazione della seta è il tatto, o mano della fibra o craquant, che permette di rilevarne la morbidezza, la flessibilità. Con una fibra di seta molto morbida, otterremo dei tessuti cadenti e delicati; con una fibra di seta al tatto più rigida avremo un tessuto più sostenuto. La fibra di seta ha una bassa elasticità, mentre al contrario è molto tenace soprattutto se allo stadio di seta “cruda”.

La seta e altre caratteristiche:

alta igroscopicità, cioè assorbe l’umidità senza dare sensazione di bagnato al tatto;
è un buon conduttore termico;
è un ottimo isolante nei confronti dell’elettricità;
a contatto con la fiamma brucia lentamente.

Le fibre di seta durante la lavorazione, come accennato in precedenza, hanno notevoli scarti, che andranno a formare, insieme ai bozzoli scartati per le loro scarse qualità, il cascame. Quest’ultimo costituisce circa il 70% della seta greggia, e a seconda della fase lavorativa in cui è stato prelevato viene utilizzato per la produzione di altri filati.

Seta: il filato

Dalla fibra della seta si possono ottenere tre importanti filati:

– L’organzino, ottenuto con due filamenti di seta, prima ritorti su se stessi in un senso, per aumentarne la resistenza, poi assieme nel senso opposto. Questo tipo di filato, essendo molto resistente, viene utilizzato per l’ordito;
– Il “crèpe”, realizzato con due fili di seta, non ritorti su se stessi, ma fortemente ritorti tra loro utilizzando anche del vapore acqueo. Produce un tessuto di tipo ondulato con una caratteristica crespatura;
– Il ritorto per trama, eseguito con più filamenti ma con una torsione più leggera quindi meno tenace e resistente.

Con i cascami della seta si ottengono questi filati:

– schappe, termine francese che sta ad indicare un filato pettinato;
– shantung, proveniente dalla Cina con una superficie ruvida, con nodi, molto irregolare dovuta dalle diverse caratteristiche delle bave utilizzate;
– bourette, termine francese che sta ad indicare un filato cardato con superficie irregolare, rustica.

Articoli

divisore

Torino Art Week 2024


Fabric Tells the Story of Home Life


Il workshop l’Opificio a Roma con Bludiprussia e Oscalito