Aveva iniziato lavorando i metalli Mariko Kusumoto, estrosa giapponese classe 1962 che da alcuni anni vive in Massachusetts. Creava paesaggi minuti quanto complessi, utilizzando il calore per piegare rame e bronzo alla sua fantasia. Poi la voglia di sperimentare qualcosa di completamente diverso, anzi, di opposto.
Per quanto i metalli necessitavano di forza e davano risultati dai contorni netti ed inconfondibili, i tessuti rappresentavano, infatti, un’alternativa innovativa, leggera, quasi evanescente. Una nuova sfida, insomma.
Rifacendosi all’antica tradizione dei Kanzashi con cui le donne del Sol Levante realizzano meravigliose acconciature per i capelli, la Kusumoto ha iniziato a lavorare sete ed acrilici, trasformandoli in gioielli luminosi, trasparenti contenitori di piccole meraviglie, caleidoscopici paesaggi di meduse ed anemoni marini.
Vere e proprie sculture da indossare per impreziosire abiti e accessori o istallazioni elaborate che sembrano rubate alle profondità oceaniche. Opere di fronte alle quali non si riesce a trattenere un senso di fanciullesca meraviglia, quasi l’artista abbia dato forma ai nostri sogni più nascosti e ci abbia trascinato in un mondo dove tutto è possibile, leggero.
L’arte di Mariko Kusumoto affascina e stupisce perché è emozione pura, è quel battito d’ali che rappresenta il processo creativo, esaltato dalla leggerezza dei materiali utilizzati: sete e fili ma soprattutto poliestere che, robusto e delicato al tempo stesso, si presta in particolar modo a essere modellato.
Affascinata dalla natura e dalla cultura giapponese, l’artista afferma di trarre ispirazione da tutto ciò che la colpisce, e lo rielabora dandogli nuova, evanescente vita, che si tratti dei paesaggi sottomarini o delle pellicole horror contemporanee.
Collocati in numerose collezioni pubbliche e private, i suoi lavori si sono aggiudicati diversi premi, tra i quali il Niche Awards, il Grant, Massachusetts Cultural Council e il Juror’s Awards, Craft Forms 2015.
Attualmente sono ospitati dalla Mobilia Gallery di Cambridge.
L’arte di Mariko Kusumoto affascina e stupisce perché è emozione pura, è quel battito d’ali che rappresenta il processo creativo, esaltato dalla leggerezza dei materiali utilizzati: sete e fili ma soprattutto poliestere che, robusto e delicato al tempo stesso, si presta in particolar modo a essere modellato.
Affascinata dalla natura e dalla cultura giapponese, l’artista afferma di trarre ispirazione da tutto ciò che la colpisce, e lo rielabora dandogli nuova, evanescente vita, che si tratti dei paesaggi sottomarini o delle pellicole horror contemporanee.
Collocati in numerose collezioni pubbliche e private, i suoi lavori si sono aggiudicati diversi premi, tra i quali il Niche Awards, il Grant, Massachusetts Cultural Council e il Juror’s Awards, Craft Forms 2015.
Attualmente sono ospitati dalla Mobilia Gallery di Cambridge.