Alla scoperta del capoluogo piemontese attraverso gli occhi di un’artista torinese
Da qualche tempo pensavamo ad un progetto che omaggiasse la nostra città e che raccontasse, attraverso gli occhi di artisti torinesi, il profondo legame con la città.
Uno sguardo insolito, non da turista, ma da amante, da persona che ha con questa città un rapporto viscerale e che ben comprende le assonanze e dissonanze che la caratterizzano.
Un percorso fuori dai soliti itinerari, che combina e scombina prospettive architettoniche che sono l’essenza di Torino, prima capitale d’Italia e una delle prime città industriali del paese. Un luogo dove si confrontano quotidianamente innovazione, ricerca, bellezza e tradizione.
Ecco il primo contributo. Scatti e narrazione dell’artista Stefania Bonatelli.
Torino Blu-es
una visione urbana (polittico/polisemico) composta da 4 architetture di 3 architetti tutti Torinesi (Vincenzo Lizzi, Toni Cordero, Luciano Pia) articolate in un'unica scala di colore, un filtro fotografico blu cruciale quanto quello intellettuale, permea l’atmosfera di un fluido blues che le unisce e le amalgama, creando una sorta di comunanza di espressione tra le differenti dimore torinesi dislocate in zone diverse della città ma unite tutte da un pensiero progettuale dai proponimenti idealistici atti a creare una nuova realtà.
Utopie ancorate a solide radici storiche per costruire una città come un organismo capace di cambiamento, permeato dalla nostalgia del vivere preindustriale, restano comunque fedeli al sobrio stile sabaudo nonostante le sfumature romantiche: una visione verso un futuro che affonda nel passato poggiandosi sulla riorganizzazione delle strutture spaziali e concettuali, sulla destrutturazione delle forme e dei preconcetti mentali.
Questa mia stringa invita a scorrere sull’immagine stando aldilà della lucentezza del vetro conducendo il fruitore ad accomodarsi in un ambiente privo di peso, convogliandone lo sguardo sui profili, le linee, i volumi, i piani e le superfici, i pieni e i vuoti in bilico tra la razionalità e le pulsioni rarefatte dell’immaginario, in quel delicato equilibrio tra pubblico e privato che è l’abitare.
Un defluire sulla superfice esteriore di accoglienti dimore introducendosi così all’interno di quelle peculiari ritualità del vivere quotidiano negli abiti e nelle abitudini di ogni abitante.
la prima della stringa è casa Hollywood in corso Regina Margherita di fronte ai giardini reali Arch. Luciano Pia
la seconda è in via Miglietti, condominio disabitato che non vendono per delle ragioni misteriose, ma dalla manutenzione puntuale e meticolosa in ogni sua parte con cortile e terrazze fiorite di ginestre, glicini e magnolie. Qui ho fotografato il sontuoso androne fatto di marmi, graniti, ottoni, spechi, legni incastri e riflessi. Scale travi e ringhiere. Arch. Toni Cordero e l'impresa costruttrice è la Recanzone.
la terza è il Palazzo dell'obelisco di Sergio Jaretti e Elio Luzi (allievi di Mollino) nel quartiere di Borgo Po, Corso Fiume.
la quarta e ultima è casa 25 Verde fatta di scaglie di legno e corten. Giganteschi vasi sparsi sui tanti balconi contengono grandi alberi; si trova In via Chiabrera 25, vicino al parco del Valentino,
Arch. Luciano Pia.
Chi è Stefania Bonatelli
Nata a Torino, ha conseguito il diploma di laurea al DAMS (Discipline Arte Musica Spettacolo) di questa città, dove attualmente vive e lavora. Dopo un percorso attoriale, si occupa, a partire dal 2000, di regia e di video arte. A causa di vicende familiari, ha trascorso i suoi primi quindici anni a Cali, in Colombia e a queste terre deve il suo primo imprinting. Pur non essendole estranei i grigi uniformi delle nebbie padane, di più la intrigano i colori accesi e le diffuse esuberanze degli assolati deserti equatoriali, dei picchi innevati, delle siccità estreme, delle piogge torrenziali.